Journal du Club des Cordeliers - Demenza, nuove prospettive dalla ricerca sui fattori sociali

Demenza, nuove prospettive dalla ricerca sui fattori sociali

Demenza, nuove prospettive dalla ricerca sui fattori sociali

L'Università di Verona unica italiana nel consorzio Demon - Sdod

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Contribuire a un cambio di paradigma nella prevenzione e nella gestione della demenza, guardando non solo al cervello ma anche all'ambiente, alle condizioni di vita e alle disuguaglianze che possono influenzare la salute cognitiva. Questo l'obiettivo della nuova sinergia internazionale del Demon - Deep dementia phenotyping - Social determinant of dementia (Sdod) international research group, consorzio di ricercatori impegnati a comprendere il ruolo dei determinanti sociali nello sviluppo della demenza, in cui 'Università di Verona è l'unico ateneo italiano coinvolto. I ricercatori Stefano Tamburin e Elisa Mantovani, della sezione di Neurologia B, hanno contribuito alla recente revisione della letteratura scientifica i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista Alzheimer's & Dementia, evidenziando come fattori quali l'istruzione, la condizione socioeconomica e l'inquinamento atmosferico siano già ben documentati, mentre altri, come la qualità dell'abitare o la detenzione, risultano ancora poco esplorati. Secondo i ricercatori, la maggior parte dei dati disponibili proviene da Paesi ad alto reddito, lasciando scoperti contesti più fragili dove la demenza è in crescita. Sul fronte terapeutico, le nuove speranze sono legate a farmaci biologici approvati di recente dall'Agenzia europea per i medicinali (Ema), come lecanemab e donanemab. "Tuttavia", commentano Tamburin e Mantovani, "la loro efficacia è limitata, i rischi non trascurabili e la gestione clinica complessa. Questi trattamenti saranno difficilmente accessibili in molti contesti, e si rendono quindi necessari percorsi alternativi". La prevenzione assume così un ruolo centrale, soprattutto su determinanti sociali "a monte" della malattia, come inquinamento e disuguaglianze abitative, che necessitano di politiche collettive. "Il nostro contributo al consorzio è stato di rivedere la letteratura e contribuire attivamente alla redazione del paper", conclude Tamburin. "Stiamo anche organizzando una sessione all'Aruk meeting nel Regno Unito, per coinvolgere nuovi ricercatori. Il nostro prossimo obiettivo è la creazione di una task force europea dedicata ai determinanti sociali della demenza".

G.Gaillard--JdCdC