

Nuova arma contro il glioblastoma, 'attaccato' dai linfociti T
Studio dell'Istituto Besta pubblicato su Nature Communications
Una nuova arma contro il glioblastoma, uno dei tumori cerebrali più aggressivi e difficili da trattare, è stata ideata da un team dell'Istituto Neurologico di Milano, che ha avviato uno studio pubblicato ora su Nature Communications sfruttando le difese immunitarie dei pazienti. L'équipe di studiosi, guidata da Serena Pellegatta, utilizza infatti i linfociti T infiltranti il tumore. Queste cellule del sistema immunitario sono presenti ma nel glioblastoma poche e spesso "esauste", quindi poco funzionali. Con il metodo ideato al Besta vengono raccolte con il tessuto tumorale e poi in laboratorio isolate ed espanse per essere reimpiantate. Lo studio ha coinvolto 161 pazienti con diagnosi di glioma diffuso. Nei test di laboratorio, i tr-TIL, espansi con successo dal tumore dei pazienti, sono stati somministrati in modelli animali determinando un rallentamento della crescita del tumore nel 70% degli animali, con quindi un corrispondente aumento della sopravvivenza. Il protocollo è stato già adattato agli standard Good Manufacturing Practices (Gmp), requisito fondamentale per l'uso clinico, ed il prossimo passo sarà l'avvio dello studio clinico ReacTIL che testerà sicurezza ed efficacia di questa terapia nei in pazienti con glioblastoma. Se i risultati saranno confermati, una nuova strategia personalizzata per il trattamento del glioblastoma sarà disponibile per i pazienti, "affrontando - hanno sottolineato dal Besta - una delle sfide più difficili in oncologia".
J.Thomas--JdCdC