

Kim Novak Leone alla carriera, 'io sono voi e voi siete me'
Ovazione per la star: "Contano le vite, i diritti, la verità"
(dell'inviata Francesca Pierleoni) "Questo premio lo ricevo io, ma è per tutti voi. Io sono voi e voi siete me". Lo dice un'emozionata Kim Novak parlando alla platea dopo aver ricevuto dal presidente della Biennale Pietrangelo Buttafuoco il Leone d'oro alla carriera della Mostra internazionale del cinema di Venezia, introdotto dalla laudatio di Guillermo del Toro per la star. Accolta da un'ovazione durata oltre otto minuti, l'attrice, classe 1933, commossa e sorridente in un elegante abito nero, avvolta in una stola di seta nera e verde, rende omaggio innanzitutto ai suoi genitori: "Mio padre mi ha donato il sistema di valori in cui credo e mia madre, sin da quando ero una bambina timida, mi ha insegnato ad essere la capitana della mia nave. Le loro parole mi hanno formato". Dopo i ringraziamenti alla sua agente da una vita Sue Cameron e ad Alexandre O. Philippe, regista del documentario su di lei Kim Novak's Vertigo, al debutto, fuori concorso, dopo la premiazione, la star rivolge lo sguardo alla realtà di oggi: "Uno dei motivi per cui sono qui è per esprimermi, e ispirare più persone possibile. Contano le vite, i diritti, la verità, siamo tutti insieme in questo mondo e dobbiamo unirci, lavorare insieme, renderci conto di quello che succede e fare tutto il possibile per salvare le nostre democrazie. Troppe persone hanno già sacrificato la loro vita". Kim Novak ricorda anche il ruolo della pittura nella sua vita: "Io sono bipolare e dipingere mi ha aiutato ad esprimere le mie emozioni, lo consiglio a tutti quelli che possono avere lo stesso tipo di problema". Ad aprire la cerimonia è il direttore della Mostra Alberto Barbera: "Celebriamo una delle attrici più amate della grande stagione del cinema hollywoodiano. Un'icona indelebile, una stella che non ha mai smesso di brillare nel firmamento hollywoodiano, averla con noi è un privilegio". Mentre Guillermo Del Toro nella sua appassionata laudatio sottolinea che c'è "una distinzione importante da fare quando si esamina la storia di Hollywood, è valutare la gamma di possibilità e i rischi che una star può affrontare con un ruolo. Questa distinzione non è banale: molte star hanno una gamma limitata come attori o si avventurano poco al di fuori delle loro scelte di ruolo. Non è il caso di Kim Novak. Difficilmente si potrebbe pensare a un elenco di co-protagonisti, registi o film più prestigiosi di quelli nella sua straordinaria biografia e nel suo curriculum", da La donna che visse due volte di Hitchcock a Baciami, stupido di Billy Wilder, "una delle mie interpretazioni preferite", al sodalizio con Richard Quine. "Hitchcock, Preminger, Wilder, Sinatra, Lemmon, William Holden, i nomi sono impressionanti - osserva - ma la cosa più rimarchevole è la sua capacità di proiettare fragilità, potere, mistero, apparire eterea, istintiva, dinamica o mitica. Può essere una dea lontana, una tragica eroina gotica o una lavoratrice in pausa pranzo. E in tutte quelle meravigliose e avvincenti performance, porta sempre con sé un pizzico di lutto, crepacuore e profondità. E nasconde sempre, sempre, un aspetto di sé e del personaggio che non rivela mai al pubblico: quel misticismo rimane sempre lì nascosto, pulsando sotto la superficie e rendendo la sua presenza da star viva con una corrente piena di sentimento".
A.Bernard--JdCdC