Daniele Silvestri, 'qui al Tenco si chiude un cerchio'
Premio Carriera. "Non restare immobili davanti a deriva umanità"
di Carlo Mandelli Un premio alla carriera che racconta una storia cominciata anche al Premio Tenco. Il riconoscimento è quello assegnato dal Premio Tenco 2025 a Daniele Silvestri, tra i protagonisti dell'ultima serata della rassegna dedicata alla canzone d'autore, in programma per oggi al Teatro Ariston di Sanremo. "Questo premio non è solo un altro riconoscimento - ha raccontato Silvestri - ma un tassello che in qualche modo chiude un cerchio, aperto nel 1994 proprio con un premio sul palco del Tenco. Forse è stato proprio in quel momento che ho pensato alla musica come un bellissimo mestiere che avrebbe potuto accompagnarmi per tutta la vita. Continuerò per molto a fare musica, ma anche se dovesse finire oggi, sarei soddisfatto". A oltre trent'anni di distanza da quell'edizione del Premio Tenco, il cantautore ne ha ripercorso con la memoria anche i momenti sul palco. "Ricordo quella primissima esibizione - ha raccontato Silvestri - da solo con la chitarra e una spavalderia che negli anni forse ho perso. Ho guadagnato mestiere, ma la sfrontatezza di allora aveva qualcosa di sano, di vitale. Forse sarebbe bello recuperare un po' di quella leggerezza, quella libertà che si ha solo quando tutto deve ancora cominciare". E proprio la memoria è il tema al centro dell'edizione 2025 del Premio Tenco. "Il linguaggio stesso è memoria - ha commentato Silvestri - e le parole conservano dentro di sé la storia, le radici, il senso di ciò che siamo. Alcune perdono forza, altre restano intatte. Giocare con le parole significa anche smontare modi di pensare, e questo è un modo per dare valore alla memoria". Un concetto di memoria che per il cantautore abbraccia anche i fatti di oggi, che diventeranno memoria di domani. "In questi mesi - ha sottolineato Silvestri - stiamo assistendo a qualcosa che spero rimanga nella memoria collettiva: il genocidio di un popolo che continua a consumarsi, nonostante le parole di pace imposte dall'alto, è un segno terribile della nostra incapacità di reagire. È già accaduto in passato, e il fatto che possa accadere ancora deve restarci dentro. Non possiamo rimanere immobili davanti alla deriva più atroce dell'essere umano".
A.André--JdCdC